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La Sardegna e la crisi migratoria

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La Sardegna non è una regione di primo piano nella questione migratoria. O meglio, quel che accade in Sardegna non finisce sulle prime pagine dei giornali nazionali, ma anche questa Regione a statuto speciale vuole dire la sua per quel che riguarda i flussi migratori. Di certo, la sua posizione geografica non aiuta: difficilmente raggiungibile dalle navi in arrivo dal nord Africa, può però offrire accoglienza in un secondo momento.

Fino ad oggi, la Sardegna non è rimasta certo a guardare: tra iniziative di solidarietà dal basso e prese di posizione della sua amministrazione, il ruolo della Sardegna potrebbe essere ben più importante nella gestione dei flussi migratori diretti verso l’Italia.

La Sardegna punta all’integrazione

Se la linea dura del governo Conte (e soprattutto del Ministro degli Interni Salvini) sta complicando le cose per quello che riguarda immigrazione e diritti d’asilo, la Sardegna, così come molte altre regioni e realtà italiane, sta andando in direzione opposta.

Tra le varie iniziative grandi e piccole, vorrei parlare di una che mi ha particolarmente colpito. Si tratta di una spinta verso l’integrazione che va assolutamente applaudita e che andrebbe copiata in tutti gli atenei d’Italia. Protagonista è stata infatti l’Università di Cagliari che, con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, ha rilasciato 12 speciali passaporti europei a richiedenti asilo.

Oltre a consentire a questi 12 ragazzi (la loro età variava dai 20 ai 35 anni) di soggiornare nel nostro paese e in Europa regolarmente, questo progetto guarda avanti e vuole aiutare queste persone, rifugiati che sono fuggiti dal loro paese dove rischiavano la vita, a rimettersi in piedi, con le proprie gambe. E lo fa nel modo più pratico che possa esserci: aiutandoli ad ottenere un riconoscimento per i titoli di studio che avevano già conseguito nel loro paese ma che non sono in grado di provare. Per fuggire da una situazione di pericolo bisogna spesso lasciare indietro tutta la propria vita, a volte anche gli affetti. Questi giovani, che avevano conseguito una laurea nel loro paese, non avevano modo di provare di possedere le conoscenze che affermavano di avere, finché non è stato messo in atto questo ambizioso progetto, che mi auguro con tutto il cuore venga copiato da ogni ateneo italiano.

La Sardegna contro il decreto sicurezza

Come altre regioni italiane non hanno nascosto, anche la Sardegna si trova in disaccordo con il recente decreto sicurezza approvato dal Ministero degli Interni. Non solo si rischia di non rispettare il diritto internazionale e nello specifico le norme che regolano il diritto d’asilo, ma si rischia anche di creare pericolosi precedenti e peggiorare le cose. Così, in accordo con altre regioni, si sta valutando di ricorrere presso la Corte Costituzionale per migliorare un provvedimento che potrebbe negare i diritti dei migranti.

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