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I famosi gilet gialli: chi sono e cosa vogliono

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Sono mesi che sentiamo parlare della protesta dei gilet gialli, scoppiata in Francia. Ma chi sono queste persone e, soprattutto, cosa vogliono? C’è il rischio di vedere la protesta espandersi in Europa? Cercherò di rispondere a queste domande in questo approfondimento.

L’origine della protesta dei gilet gialli

Come in molti casi di proteste e rivolte, lo scoppio di quella dei gilet gialli è stato la conseguenza della classica goccia che ha fatto traboccare un vaso stracolmo. Durante i primi mesi del 2018, il governo francese decide di aumentare la tassazione sul carburante. Questa manovra andrà a colpire principalmente il ceto medio e basso: per i ricchi, un aumento di pochi euro non cambierà nulla.

Ecco cosa fa scattare la rabbia: i francesi, già strozzati da un generalizzato caro vita, si sentono presi in giro. Sentono che il governo continua a spremerli e che è arrivato il momento di fare qualcosa, di alzare la voce. Così iniziano ad organizzarsi, sfruttando soprattutto il mezzo dei social network per organizzarsi e si raggruppano per le prime proteste. Ci vogliono diversi mesi, ma alla fine, a novembre del 2018 iniziano i primi blocchi stradali e le prime manifestazioni in strada.

Come si evolve la protesta

Se all’inizio si pensa subito alla solita protesta destinate a durare poche ore, i gilet gialli mostrano che hanno ben altre intenzioni. Soprattutto, se la protesta è partita con l’idea di restare pacifica, la rabbia che le persone hanno accumulato nei mesi (o forse è meglio dire negli anni) è troppa e presto scoppia. Parigi sembra sotto assedio, arrivano immagini di vera e propria guerriglia urbana tra persone comuni che indossano il caratteristico gilet giallo e gendarmi transalpini.

Personalmente sono rimasto davvero scioccato da alcune delle immagini che sono arrivate dalla capitale francese e dalle altre città in cui la protesta ha raggiunto i picchi più elevati. Se da un lato comprendo perfettamente le frustrazioni di queste persone, credo che la violenza a cui si sono abbandonati non sia assolutamente tollerabile. Bisogna anche dire per dovere di cronaca che le violenze sono state portate avanti dagli esponenti più estremi del movimento, non da tutti i gilet gialli.

I risultati sono arrivati

La protesta dei gilet gialli ha ottenuto in parte ciò per cui è nata. Il governo francese, infatti, si è visto costretto a rivedere alcune delle manovre economiche che aveva approvato, prima fra tutte quella che prevedeva l’aumento del carburante. Ma ormai, come si dice, la frittata era stata fatta e questo passo indietro non è servito a fermare le proteste, che si sono generalizzate a tal punto che è ormai difficile immaginare che il movimento si spenga a breve.

E nel resto d’Europa?

Anche in Belgio ci sono state proteste molto simili a quelle francesi, per metodi e motivazioni. Nel nostro paese i gilet gialli non sono scesi in piazza. Il Movimento 5 stelle ha fatto sapere di supportare il movimento francese, che ha risposto con un “grazie, ma non ci serve il vostro sostegno”. Come a dire che ora che i 5 Stelle sono al governo, sono parte del problema e non possono essere interlocutori alla pari.

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